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Per secoli la composizione è stata eseguita a mano, "componendo" (cioè giustapponendo) ad uno ad uno i singoli caratteri mobili in piombo in senso inverso per formare una o più pagine di composizione, la cosiddetta imposizione, entro un telaio o forma di stampa da imprimere al torchio. Solo verso la fine del XIX secolo la composizione diventò semiautomatica e poi automatica con le macchine monotype o linotype, mentre non ci fu più bisogno di ricomporre un testo già composto grazie alla stereotipia per mezzo di clichés. Nel corso della seconda metà del XX secolo dalla composizione manuale, o meccanica, si è passati definitivamente alla composizione elettronica, sfruttando le possibilità offerte dalle tecnologie informatiche applicate alla stampa.
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La stampa offset è un processo di stampa su rulli del tipo indiretto, cioè l’immagine non è trasferita direttamente dalla lastra alla carta ma attraverso un complesso sistema di rulli, il che permette stampe ad alta definizione e su supporti avente superficie irregolare. Il sistema adottato planografico (riferito al particolare sistema di stampa che utilizza matrici piane, tipiche della fototipia e della litografia) indiretto che si basa sul fenomeno di repulsione chimico/fisica tra acqua e inchiostro (inchiostro a base grassa che non aderisce allo sottile strato d'acqua steso sulla lastra). Il foglio di alluminio di per se è idrofilo (accetta l'acqua) e viene trattato in modo che i grafismi appaiano lipofili (accettano il grasso). In seguito alla scrittura dei graffismi tramite un macchinario detto CTP (computer to plate), questo macchinario mediante un raggio laser "scrive" i graffissi sulla lastra, facendo risaltare Come nella litografia, è un processo "planografico" perché i grafismi e i contro-grafismi sono sullo stesso piano. A differenza della litografia: a) anziché essere di pietra (litografia), la matrice è costituita da un sottile foglio di alluminio il quale, opportunamente trattato, si comporta come una pietra litografica; inoltre b) è un metodo definito "indiretto" in quanto la stampa non avviene direttamente dalla matrice metallica sul foglio di carta (ovvero la lastra montata sul cilindro portalastra non viene a diretto contatto con il supporto), ma tramite un tessuto gommato detto caucciù il quale raccoglie l'immagine inchiostrata dalla matrice per trasferirla a sua volta sulla carta. Il procedimento è stato inventato nel 1875 da Robert Barclay per quanto riguarda la stampa su stagno; nel 1904 fu adattato alla stampa su carta da Ira Washington Rubel[1]. Successivamente venne perfezionato soprattutto da tedeschi e inglesi, al punto da rendere via via obsoleto il procedimento, precedentemente in uso, della zincotipia.
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La stampa a caratteri mobili sarebbe stata inventata nel 1041 dal cinese Bi Sheng. L'invenzione presentò un difetto: essendo fatti di argilla, i caratteri si rompevano molto facilmente. Wang Zhen, un funzionario, nel 1298 introdusse un tipo più resistente di caratteri, ottenuti intagliando del legno, e sviluppò un complesso sistema di tavole girevoli e associazioni tra numeri e caratteri cinesi che miglioravano la resa qualitativa. La transizione dai caratteri in legno a quelli in metallo venne attuata in Corea durante la dinastia Goryeo, e fu attribuita a Chae Yun-ui. Si ha notizia di libri stampati con caratteri mobili in metallo in Corea fin dal 1234, anche se il testo completo più antico esistente è del 1377. In Cina i caratteri mobili in metallo vennero introdotti solo nel 1490 da Hua Sui. Da quella data in Cina vennero usati caratteri mobili sia in legno che in metallo. La tecnologia impiegata in Asia potrebbe essersi diffusa in Europa attraverso le vie commerciali per l'India o per il mondo arabo, ma non si ha alcuna prova o testimonianza che Gutenberg (inventore della stampa a caratteri mobili nel mondo occidentale) possa esser stato a conoscenza dei caratteri mobili usati in Corea. Alcuni autori hanno avanzato questa ipotesi e, sulla base del fatto che i caratteri mobili nella stampa in Asia risalgano al 1234, si domandano se non ci sia stata una trasmissione del sapere tra il mondo orientale e l'Occidente[7] Un punzone (a sinistra) e la matrice da lui prodotta (a destra). Johannes Gensfleisch zum Gutenberg, tedesco di Magonza, introdusse verso la metà del XV secolo una nuova tecnica di stampa. Collaborarono con Gutenberg il mercante Johann Fust e Peter Schöffer, che lo aiutarono ad implementare la sua invenzione. La stampa a caratteri mobili utilizzata in Oriente, basata molto sul lavoro manuale, cesserà praticamente di esistere dopo l'introduzione della tecnica di Gutenberg in Cina nel XIX secolo. In Oriente i caratteri mobili furono inizialmente realizzati e in legno e solo in un secondo tempo in bronzo. Gutenberg utilizzò solo metalli, in particolare il ferro e l'acciaio, ancora più duri del bronzo. Nelle fucine della Renania e dell'Alsazia la lavorazione del ferro, e dell'acciaio, era ben conosciuta e non fu difficile per Gutenberg apprenderne la tecnica. Con l'innovazione di Gutenberg la stampa è diventata una tecnica basata sul metallo: i libri si realizzano nelle officine, un ambiente totalmente diverso rispetto agli scriptoria. Il fulcro della stampa a caratteri mobili, l'oggetto attorno al quale ruota tutto il procedimento, è il punzone. Il nucleo dell'arte della stampa sta nella sua fabbricazione e nei successivi passaggi alle matrici e ai caratteri[8]. Il punzone è un sottile parallelepipedo sulla cui testa è inciso in rilievo e a rovescio un segno tipografico; è fatto dell'elemento più duro conosciuto ai tempi di Gutenberg: l'acciaio. Il punzone, martellato a caldo, crea la matrice, dentro la quale vengono fusi in piombo i caratteri. Vi è una matrice per ciascun segno grafico (lettere, numeri, segni d'interpunzione, ecc.)[9]. Dopo essere stati inchiostrati, i caratteri vengono messi a contatto (attraverso una pesante pressa) con la carta, imprimendola d'inchiostro. All'inizio e alla fine del procedimento di stampa vi sono quindi due azioni fondamentali: creazione del tipo di carattere. È in assoluto la parte più complessa del lavoro nonché quella che richiede il maggiore investimento economico. Per ogni segno tipografico va realizzata una matrice. Esistono una cinquantina tra lettere, numeri e segni di punteggiatura. Il numero iniziale va moltiplicato per tre: maiuscolo, minuscolo e maiuscoletto. Poi, i primi due devono avere sia il tondo che il corsivo. Il risultato finale va moltiplicato per tanti corpi, dalla dimensione più grande (per fare il titolo del libro) alla dimensione più piccola (per le note); impressione sul foglio. Gutenberg realizzò degli inchiostri a base oleosa, come una specie di vernice; constatò che avevano un effetto più duraturo rispetto agli inchiostri a base acquosa utilizzati precedentemente. La fase centrale del procedimento è la composizione, ovvero la messa in fila dei caratteri a comporre le parole. Il procedimento è rimasto uguale a se stesso per quattro secoli, fino alla seconda metà del XIX secolo (invenzione della linotipia). Avendo lavorato come orefice, Gutenberg possedeva già delle conoscenze riguardo alla lavorazione e l'uso dei metalli. Fu il primo ad impiegare una lega di piombo, stagno e antimonio, che era essenziale per produrre caratteri duraturi per stampe di alta qualità. Per arrivare a questa lega, Gutenberg seppe creare una matrice con finiture molto precise. Ispirandosi ad un torchio per l'uva, inventò anche la prima pressa per la stampa. Dopo un anno di sperimentazioni, stampò il primo libro con la tecnica da lui inventata. È ancora oggi la sua opera più famosa: la Bibbia di Gutenberg. La lavorazione venne ultimata il 23 febbraio 1455 con una tiratura di 180 copie. Le tipografie Le prime tipografie all'epoca di Gutenberg venivano gestite dai "maestri tipografi" o "mastri tipografi". Essi erano artigiani e commercianti insieme: proprietari dell'officina, acquistavano in proprio la carta e creavano i caratteri (le matrici invece potevano essere anche acquistate da terzi)[10]. Selezionavano i manoscritti da stampare ed apportavano le dovute modifiche al testo. Determinavano la tiratura delle copie, infine vendevano in proprio i lavori organizzando la distribuzione. Alcune di queste tipografie divennero vivaci centri intellettuali, come quella di Erasmo da Rotterdam. Il personale di una tipografia per secoli fu costituito da: Apprendisti: generalmente di età tra i 15 e i 20 anni, lavoravano al torchio eseguendo gli ordini del mastro tipografo; non dovevano necessariamente essere scolarizzati (in genere i livelli di cultura erano molto bassi in confronto ad oggi). Preparavano l'inchiostro, i fogli di carta e controllavano la pressa. Un apprendista che desiderava diventare un compositore doveva imparare il latino ed essere affiancato da un operaio qualificato; Operai: dopo aver finito il periodo di apprendistato, gli operai acquisivano più autonomia, ad esempio potevano diventare essi stessi datori di lavoro all'interno della tipografia; Compositore: componeva i testi ed approntava le forme di stampa; Addetto alla pressa: la persona che lavorava direttamente con la pressa era detto "torcoliere"; il suo era un lavoro fisicamente molto intenso. La più antica immagine a stampa, oggi conosciuta, di una tipografia europea con le tecniche di Gutenberg venne prodotta da Matthias Huss a Lione nel 1499; è una figura allegorica medievale rappresentante una danza macabra particolare: mostra varie persone in una tipografia con degli scheletri.[11]
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La stampa in ambito artistico è una tecnica con la quale vengono create opere d'arte mediante l'utilizzo del processo di stampa, specialmente su carta. Con l'eccezione del monotipo, una tecnica di stampa capace di produrre multipli dello stesso soggetto ma differenti tra loro, ogni esemplare non è da considerarsi una copia ma un originale, dato che non è una riproduzione di un'altra composizione. Per contro, la pittura o il disegno creano un'opera originale unica. Le stampe artistiche vengono prodotte attraverso una sola superficie originale, ovvero una matrice. I tipi più comuni di matrici includono placche di metallo, di solito rame o zinco, usate nell'incisione o nell'acquaforte; pietra, usata nella litografia; blocchi di legno per la xilografia; linoleum per la linoleografia e vari tessuti per la serigrafia; scanner e macchine digitali professionali da cui viene digitalizzata la matrice per le stampe Giclée. Le opere stampate dalla stessa matrice creano una edizione; in tempi moderni ogni opera della stessa edizione viene generalmente firmata e numerata per formare una edizione limitata. Una stampa può anche essere il risultato di varie tecniche combinate tra loro.
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La tecnica tipografica di Gutenberg consisteva nell'allineare i singoli caratteri in modo da formare una pagina, che veniva cosparsa di inchiostro e pressata su un foglio di carta. L'innovazione stava nella possibilità di riutilizzare i caratteri. Con la tecnica precedente, cioè la xilografia (da cui il torchio xilografico), le matrici di stampa venivano ricavate da un unico pezzo di legno, che poteva essere impiegato solo per stampare sempre la stessa pagina, finché non si rompeva la matrice, cosa che accadeva molto spesso. La lega tipografica per i caratteri di Gutenberg era formata da piombo, antimonio e stagno, raffreddava velocemente e resisteva bene alla pressione esercitata dalla stampa. La macchina usata per la stampa era derivata dalla pressa a vite usata per la produzione del vino: essa permetteva di applicare efficacemente e con pressione uniforme l'inchiostro sulla pagina. Questa tecnica si rivelò di gran lunga migliore rispetto ai procedimenti tradizionali e si diffuse in pochi decenni in tutta Europa: solo 50 anni dopo erano stati stampati già 30.000 titoli per una tiratura complessiva superiore ai 12 milioni di copie. Il primo testo fu la Bibbia a 42 linee, cioè 42 righe per pagina, con il testo stampato su due colonne. I libri stampati con la nuova tecnica tra il 1453-55 e il 1500 vengono chiamati incunaboli. Con il procedimento ideato da Gutenberg testi di qualsiasi natura potevano essere pubblicati in modo più veloce ed economico e in maggiore quantità: la stampa a caratteri mobili diede un contributo decisivo all'alfabetizzazione di massa. Dal momento che informazioni su svariate materie erano ora disponibili in gran quantità e a prezzi più accessibili, diventò anche più conveniente apprendere l'uso della scrittura. Secondo molti teorici delle scienze della comunicazione si aprì così una nuova epoca dello sviluppo della comunicazione umana: questa rivoluzione è stata analizzata particolarmente da Vilém Flusser o da Marshall McLuhan ("Galassia Gutenberg").
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La stampa ha dato accesso alla conoscenza ad una gamma più ampia di lettori ed ha consentito alle generazioni successive di costruire sui risultati intellettuali di quelle precedenti[13]. La stampa, secondo John Dalberg-Acton nella sua conferenza 'Sullo studio della storia' (1895), ha dato "la garanzia che la scoperta del Rinascimento sarebbe durata a lungo, e che ciò che sarebbe stato scritto sarebbe stato accessibile a tutti, e che l'occultamento di conoscenze e idee del Medioevo non si sarebbe mai più ripetuto". La stampa è stata determinante nel cambiare il modo di leggere nella società. Elizabeth Eisenstein identifica due effetti a lungo termine dell'invenzione della stampa: sostiene che la stampa ha creato un punto di riferimento costante ed uniforme per la conoscenza, nonché consentire il confronto tra opinioni incompatibili. Asa Briggs e Peter Burke individuano cinque tipi di lettura sviluppatesi in seguito alla introduzione della stampa: Lettura critica (Critical Reading): a causa del fatto che i testi divennero finalmente accessibili alla popolazione in generale, la lettura critica emerge quando viene data a tutti la possibilità di formare le proprie opinioni sui vari testi. Lettura pericolosa (Dangerous Reading): la lettura è vista come un esercizio pericoloso quando viene ritenuta ribelle ed asociale. Questo si è verificato soprattutto nel caso delle donne perché la lettura avrebbe potuto suscitare emozioni pericolose come l'amore. Vi era anche la preoccupazione che se le donne fossero state in grado di leggere, avrebbero potuto leggere anche i messaggi d'amore. Lettura creativa (Creative Reading): la stampa ha consentito a tutti di leggere i testi e interpretarli in modo creativo, spesso anche in modi molto diversi da quello che l'autore intendeva. Lettura estensiva (Extensive Reading): la stampa ha consentito la disponibilità di una vasta gamma di testi, in tal modo i metodi precedenti di lettura intensiva di testi, dall'inizio alla fine, sono cambiati. Con i testi immediatamente disponibili, si cominciò a leggere su particolari argomenti o per capitoli, consentendo una lettura molto più estesa su una vasta gamma di argomenti. Lettura privata (Private Reading): questo tipo di lettura è legata alla crescita dell'individualismo. Prima della stampa, la lettura era spesso un evento di gruppo; con la stampa, l'alfabetizzazione è aumentata così come la disponibilità di testi e la lettura è diventata una attività prevalentemente solitaria. Marshall McLuhan, nella sua opera La galassia Gutenberg: nascita dell'uomo tipografico (1962), definisce la stampa come la tecnologia dell'individualismo.
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Qualità è la parola chiave che la fa da padrona. La stampa laser migliore stampa presente sul mercato perchè mantiene uno standard alto e una velocità di produzione abbassando il costo per le piccole tirature. Questo tipo di stampa garantisce una naturale brillantezza, la massima profondità di colore ed un’altissima risoluzione. Ha una profondità colore reale di 8 bit ed associata ad un flusso lavoro certificato e calibrato, permette di ottenere sul piccolo formato stampe fotorealistiche e tipografiche senza pari. Ottima corrispondeza dei colori a tinte piatte Pantone e calibrazione fino al 1% di sensibilità del colore. Utilizzata per piccole tirature come biglietti da visita, carta intestata, brochure, pieghevoli, copertine libri: stampa su carte sia di tipo liscio che artistiche lavorate come martellate o rigate. La stampa laser permette di imprimere su carte fino a 350gr. e su un formato di 100x32cm di luce: rivoluzione nella stampa digitale di piccolo formato.
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La serigrafia o stampa serigrafica è una tecnica di stampa di tipo permeografico che oggi utilizza come matrice un tessuto di poliestere, teso su un riquadro in legno o metallo, definito "quadro serigrafico" o "telaio serigrafico". Il tessuto utilizzato è detto anche "tessuto per serigrafia" o "tessuto serigrafico". Il termine "serigrafia" deriva dal latino "sericum" ("seta") e dal greco "γράφειν" ("gràphein", "scrivere"). I primi tessuti che fungevano da supporto per serigrafia erano di seta. La serigrafia tessile è nota per la stampa su capi di abbigliamento, come t-shirt e per la stampa in continuo di tessuti in seta, lana, lycra, poliestere, poliammide. La diversa definizione delle tipologie di serigrafia dipende dalle procedure e dagli obiettivi (ad esempio la serigrafia tessile è un ambito applicativo quasi a sé stante e include tutte le specialistiche applicazioni, per gli innumerevoli supporti definiti tessuti); la serigrafia grafica è quella normalmente intesa per stampa pubblicitaria o di illustrazioni e grafici o disegni; la serigrafia industriale per applicazioni di decorazione funzionale e non solo decorativa (pannelli di comando, segnaletica stradale). La serigrafia artistica è invece l'utilizzo di tutte le grandi capacità di questa tecnologia di stampa per produrre opere che si distinguono per la loro originalità, preziosità e particolarità riproducendo multipli di opere d'arte.
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Prima di iniziare con la storia e le origini dell’advertising è giusto dare una definizione per chiarire alcuni punti. La pubblicità è una comunicazione, studiata a tavolino, per portare risultati misurabili a chi ha bisogno di ottenere consenso, fatturato, clienti e visibilità. In realtà questo concetto potrebbe estendersi a qualsiasi cosa, e prevedere una comunicazione pubblicitaria fin dai tempi della preistoria. In realtà il concetto moderno di pubblicità, così come lo intendiamo oggi, riguarda soprattutto la creazione di messaggi a pagamento da diffondere attraverso mezzi di comunicazione di massa. Da qui si raggiunge tutto quello che puoi immaginare: carta stampata, quotidiani, social network, cartellonistica, Tv, radio e altro ancora. Proviamo a dare una definizione? Agcm.it dà indicazioni chiare sul concetto di pubblicità. Interessante notare il passaggio secondario: nella definizione viene intesa quella pubblicità che non tende per forza all’acquisto immediato del bene. Breve storia della pubblicità Qual è la storia della pubblicità? Probabilmente il primo pubblicitario è stato il diavolo, vestito da serpente ha convinto Adamo ed Eva a dare un morso a una mela? Il costo? Lo sai, abbiamo perso tutto. Però è stato bravo il serpente a convincere, vero?
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In informatica il plotter è una periferica specializzata nella stampa di supporti di grande formato. È il dispositivo di output ideale per i sistemi CAD, dove è impiegato per la stampa di prospetti e progetti architettonici, fisici, chimici, elettrotecnici, elettraulici, meccanici, elettrici, mappe topografiche, curve geometriche ecc. Oggi viene anche utilizzato nell'ambito della grafica e della pubblicità grazie alle moderne tecnologie che consentono al plotter di stampare a colori e addirittura di ritagliare (plotter da taglio). Il nome deriva dal verbo inglese to plot nel senso di tracciare (un diagramma oppure una lunga linea fina, o ancora un punto, come quello alla fine di questa frase dopo la parentesi tonda). Con lo sviluppo della stampa a getto di inchiostro il plotter classico con le penne è stato sostituito da stampanti in grado di muovere la testina di stampa in senso trasversale sul foglio (o sul rullo) che scorre sotto la testina stessa in senso longitudinale. Sebbene questi tipi di macchine siano a tutti gli effetti delle stampanti e non dei plotter (intesi nel senso originario del termine) esse vengono impropriamente chiamate con questo nome, tanto che ormai non viene più fatta distinzione nemmeno in ambito tecnico. I moderni plotter possono stampare rapidamente anche scritte e fotografie mentre appositi software sono in grado di emulare le funzioni di un plotter tradizionale (es. spessore dei pennini) a beneficio del programma CAD. La dimensione del supporto di stampa può andare dall'A4 o meno fino a rotoli larghi 914 mm o più. Ad oggi la tipologia più diffusa è di gran lunga quella del plotter a getto di inchiostro con larghezza di stampa di 914 mm, in grado di stampare formati fino al formato "A0+", tali dispositivi possono stampare su fogli singoli oppure su rotoli di carta di cui procede automaticamente al taglio ultimata la stampa. La tecnologia si evolve di pari passo con le comuni stampanti a getto di inchiostro, quindi sono presenti plotter in quadricromia ed esacromia, con velocità di stampa differenti, ed in grado di utilizzare differenti supporti per la stampa, dalla carta comune a carte speciali. Sono inoltre abbastanza comuni plotter laser in b/n, anch'essi presentano tecnologie simili a quelle delle comuni stampanti laser, quindi hanno velocità di stampa elevatissime e le stampe prodotte ben si adattano ad essere manipolate ad esempio per coloriture con pennarelli o markers, poiché la stampa non sbava. I plotter a getto d'inchiostro sono altresì molto utilizzati nella stampa digitale di grande formato, che utilizza metodologie di formato diversi dal CAD. Si trovano in commercio plotter da 30" (76 cm), 54" (136 cm), 60" (160 cm), 74" (188 cm) e 100" (254 cm). Utilizzano inchiostri a base solvente o ecosolvente per stampare direttamente sui materiali utilizzati per la comunicazione visiva come banner, pvc, carta, blueback, reti mesh. Si realizzano così cartelloni, stendardi e poster ad uso pubblicitario o informativo. Una delle più importanti evoluzioni per il plotter è stata l'integrazione di stampa e taglio in un'unica macchina. Un esempio può essere quello del lec300 di una nota marca produttrice, che stampa anche con inchiostri uv. Questa tipologia di inchiostri UV è disponibile nel formato di quadricromia CMYK, bianco e verniciatura che, a seconda della temperatura con cui la lampada UV scalda la vernice, può avere effetti lucidi o opachi. Tale tipologia di periferica stampa e taglio con inchiostri UV è generalmente usata nella prototipazione di packaging, etichette, adesivi, tastiere a membrana e fine art.
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Perchè è fondamentale comunicare con le immagini GENNAIO 24, 2018 GIULIAMORELLO COMUNICAZIONE, MARKETING NO COMMENTS0 LIKES Se siamo tutti d’accordo nell’affermare che il web è la nuova frontiera della comunicazione con la stessa sicurezza sappiamo che i video hanno un ruolo centrale nelle strategie digitali. Si prevede che nel 2019 l’80% di traffico sul web sarà generato da consumo di video. Ti sembra strano? Fermati un attimo e pensa all’uso che tu stesso ne fai. Quanti video vedi in un giorno? Che tipo di video sono? Dove li vedi? Rispetto al 2014 è aumentata la produzione di video del 64% e ed è proprio questo il motivo per cui i pubblicitari stanno spostando gli investimenti dalle televisioni al web. Il visual marketing sarà sempre più importante per affermare il proprio brand e per farlo sarà sempre più coinvolgente così da diventare virale e arrivare a tutti i potenziali clienti. Ovviamente un video da solo non basta, deve rientrare in una strategia ben precisa di comunicazione. Il Videomarketing – perchè non possiamo farne a meno Tutti noi, nessuno escluso, siamo abituati sempre di più a ragionare per immagini e proprio per questo restano più impresse di un testo. In più la nostra capacità di attenzione è sempre più bassa, per questo i video sul web oscillano tra una durata di 30 secondi e di 1 minuto e mezzo. Con un costo decisamente basso, si può avviare una campagna di video marketing che possano aiutare le aziende ad affermare il proprio brand, i propri valori e prodotti nel giro di pochi secondi andando a centrare il proprio mercato di riferimento grazie a una logica di condivisione su larga scala attraverso i social. La produzione di video con contenuti interessanti diventa una parte centrale della strategia di comunicazione e marketing di un’azienda. Considerate che solo su Facebook si visualizzano ogni giorno tre miliardi di video. In più la condivisione social dà all’azienda l’opportunità di avvicinarsi ai propri clienti, ricevere feedback in tempo quasi reale. Il rapporto tra brand e consumatore diventa costante e duraturo.