L’utilizzo dell’hashtag in una strategia di comunicazione
Nel caso ti sia sempre chiesto cosa sia un hashtag ma non hai mai avuto il coraggio di chiedere, abbiamo trovato una spiegazione chiara e concisa di tutto ciò che devi sapere su questo fenomeno di Internet.
Partiamo dall’inizio: un hashtag è una parola
chiave o frase preceduta dal simbolo dell’hash (#=Cancelletto).
A differenza di molti dei momenti più fondamentali di Internet, la nascita dell’hashtag è stata registrata quando lo sviluppatore Chris Messina, allora product designer di Google, ha twittato l’idea di attaccare un cancelletto (# o “hash” in inglese) di fronte a una parola il 23 agosto 2007:
Un decennio dopo, solo gli utenti di Twitter generano 125 milioni di hashtag al giorno, senza contare quelli utilizzati su Instagram, Tumblr, Facebook e altri siti di social media.
Sembra eccessivo dirlo ma un hashtag virale a volte può letteralmente cambiare la vita; ne è un esempio #IceBucketChallenge (ve lo ricordate vero).
Da questo possiamo capire quanto l’hashtag sia uno dei più grandi sviluppi della moderna Internet.
Con il diminuire della proprietà della TV, l’importanza dei social media come connettore durante gli eventi dal vivo aumentata in modo monumentale. Laddove una volta un televisore era la nostra porta principale per gli eventi in svolgimento nel mondo, la possibilità di seguire gli eventi live più o meno in tempo reale tramite i feed dei social media ha declassato la necessità di una TV in casa.
Parliamo ora delle caratteristiche degli hashtag per i differenti canali social.
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Twitter La quantità ottimale è di due hashtag per tweet. Si è infatti notato che con un numero oltre, i tweet hanno un calo significativo del coinvolgimento. E’ importante assicurarsi che le persone ritwittino gli hashtag che crei e anche qui un ottimo punto di partenza Hashtagify, che ti consente di controllare la popolarità e capire se il tuo hashtag è pertinente. Può essere utilizzato alla fine di un Tweet o incorporato come parte della frase.
Instagram Il numero massimo di hashtag per post è di 30 (preferibile usare 10 con piccolo bacino di utenza, 10 medio e 10 grandi). Come trovarli? Vai alla casella di ricerca e controlla ciò che il tuo pubblico, i concorrenti e i leader del settore stanno già utilizzando. Per mantenere tutto organizzato e ordinato, è meglio metterli alla fine della didascalia, preferibilmente separati da punti o asterischi.
Facebook Che ci crediate o no, gli hashtag non sono importanti su Facebook e per questo vi raccomandiamo di limitarne il numero al minimo. In effetti, le didascalie concise tendono a funzionare meglio su questa piattaforma.
Linkedin Come per Facebook, gli hashtag possono essere aggiunti, ma non hanno alcun effetto sul tuo post.
Pinterest Pinterest consiglia di aggiungere non più di 20 e in questo caso funzionano solo all’interno delle descrizioni dei pin.
Come in tutte le cose, non bisogna esagerare nell’inventare nomi improponibili. Ci siamo permessi di darvi dei consigli su cosa fare e cosa evitare.
Anzitutto cercate di usare sempre hashtag specifici del marchio, perché a volte, il problema con l’utilizzo di tag generici o popolari, che i tuoi messaggi potrebbero essere persi nel rumore di centinaia di post o tweet che utilizzano gli stessi hashtag. Quindi, è sempre una buona idea creare i propri hashtag specifici per marchio, promozioni, eventi, concorsi o altre campagne di marketing. La chiave per creare un hashtag specifico è nel garantire che nessun altro utilizzi lo stesso. Deve essere unico e memorabile. Quando crei nomi specifici per campagne di marketing, assicurati di offrire agli utenti un incentivo irresistibile per utilizzarli.
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Ad esempio, potresti far pubblicare agli utenti un hashtag specifico della campagna che stai gestendo per avere la possibilità di ottenere sconti o vincere premi. In cambio, il tuo marchio trarrà vantaggio dalla maggiore pubblicità tramite un marketing virale e una traccia dei contatti che potrebbero diventare possibili clienti.
L’atra regola è di utilizzare parole brevi. Niente allontana le persone dagli hashtag eccessivamente lunghi come ad esempio #CosaHaiScrittoNonCapiscoNiente.
Non esagerare nel numero e nella forma: evita di scrivere l’intera didascalia con un hashtag per parola #perché #non #è #divertente #da #leggere #così #no?
L’ultimo e forse più utile consiglio che vogliamo darvi noi è semplicemente quello di sperimentare, monitorare, cambiare, adattare e analizzare.
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